Cerca un centro di gravità

Si chiama De Mossi, non a caso, mica De Fermi. E il candidato in effetti si mosse, anzi continua a muoversi. Non ha pace, povero avvocato. Sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente. Lui ci prova a prendere una strada, a indicare una meta, ma poi si volta, e le liste che aveva dietro scompaiono. Allora ne incontra qualcuna per strada, e si ricomincia. Questa la situazione aggiornata. Sembra che continuino a seguirlo Impegno per Siena di Marco Falorni, L’Alternativa di Andrea Corsi e Massimo Bianchini, Uniti per Siena di Fancesco Giusti e Maurizio Montigiani. Sembra. Ma De Mossi potrebbe continuare insieme al  Centrodestra. Ma non si sa bene cosa farà la Lega e cosa faranno, a quel punto, gli attuali alleati, dopo le fughe di vecchi compagni di viaggio come l’Unione popolare senese a la Martinella. Che De Mossi alla alla fine parta per un bel viaggio di nozze con Anitona Francesconi? Autista Lorenzo Rosso, testimoni Ascheri e Regina: da fustigatori a teneri commentatori di nuovi amanti?  

Sindaco, Degortes e Anitona uniti nella lotta al gossip

L’infortunio di una intervista rubata dalle Jene a Pierluigi Piccini, ha avuto risvolti clamorosi. La vicenda oggetto dei servizi andati in onda su Italia 1 è nota e dolorosa e ha a che fare con un alto dirigente del Monte dei Paschi, un contradaiolo e una persona conosciuta che non c’è più. Ma se la città e le coscienze si interrogano (morte accidentale? suicidio? omicidio?), il sindaco e la principale esponente di Forza Italia senese che fanno? Si preoccupano dell’immagine della città. Ma non, come si potrebbe pensare, su una vicenda dai caratteri oscuri e per certi versi agghiacciante, limitandosi a chiedere verità e giustizia.  No, secondo loro, il problema sembrano essere solo i festini! Una frase buttata là, in forma dubitativa dall’incauto Piccini ha fatto, subito reagire, come un sol uomo, il sindaco Valentini, poi l’Anitona e infine Degortes: tutti a sbracciarsi, specie quest’ultimo. Il quale, anche lui alle Jene, ha espresso coerenti e chiari teoremi. Nella città che esprime il capo della Massoneria italiana chi conta di più? Ma le contrade, naturalmente. E un personaggio come lui che organizza feste sempre molto bene frequentate, non è forse il più titolato a dire che di festini non ce ne sono mai stati? Ne prendiamo atto. E la droga? Macché, non c’è mai stata, e al massimo sarà stata farina per la pizza, companatico naturale per una birra con gli amici. O forse il problema è che le Iene hanno tolto lo scettro di regina del gossip ad Anitona? Ma c’è da comprenderla: dopo le vicende personali di Berlusconi parlare di festini è diventato un tabù. Ma Valentini e Degortes perché si preoccupano tanto di usare l’argomento pruriginoso come zerbino? Cosa c’è da nascondere?

 

IL NUOVO CHE AVANZA

MASSIMO BERNAZZI, DALLA SCUOLA DI MOSCA A SCARAMELLI

Il nuovo che avanza, secondo il rottamatore locale Stefano Scaramelli, è Massimo Bernazzi. Il quale, forte del suo curriculum, giustamente tuona contro i vecchi politici, quelli che si riciclano in seguito ad ogni cambiamento, e che stannno attaccati alle poltrone.

Classe 1949, Laurea in Scienze Politiche, nel 1975 frequenta la Scuola del Partito Comunista di Mosca. Al suo rientro viene assunto come dipendente in Provincia, da cui chiede e ottiene il collocamento in aspettativa in quanto quasi contestualmente viene eletto in Consiglio Comunale  nel comune di Monteroni. Collezionerà in totale 8 mandati consecutivi in consiglio comunale, per un totale di 35 anni dal 1975 al 2009. L’elezione in Consiglio Comunale, all’epoca consentiva il diritto a maturare l’aspettativa per mandato elettivo, e ricoprire incarichi politici di nomina.

A Monteroni, ad ogni rinnovo di legislatura, nella riunione finale dove veniva votata la lista dei candidati, la Federazione Provinciale presenziava con il segretario o suo delegato, per spiegare le ragioni per cui Massimo Bernazzi era così importante per il Partito dentro la banca. Nei 35 anni in questione si sono alternati in tale compito i compagni Marco Spinelli, per conto di Fabrizio Vigni, Luca Bonechi e Franco Ceccuzzi. Le regole del PCI prima e del PDS poi prevedevano che ciascun soggetto nominato dal Partito nei consigli di amministrazione, di Banche o società, in Enti di secondo grado, dovesse contribuire alle necessità finanziarie del partito mediante il versamento di una quota dei compensi percepiti.

Nel 1978 assume la presidenza dell’Associazione Intercomunale, un Ente di secondo livello di cui facevano parte i Comuni di Monteroni, Buonconvento e Murlo.

Nel 1980 alle elezioni viene riconfermato Consigliere ed assume la carica di Capogruppo.

Nel 1982, a seguito della destituzione dell’allora Sindaco Ermanno Bianchi, viene nominato Sindaco di Monteroni, carica che ricoprirà fino al 1984.

Nel 1984 viene nominato Presidente della USL 30 – Area Senese; ente che lascerà nel 1992.

Nel 1992 viene nominato Consigliere di Amministrazione di Banca Toscana, e assume l’incarico di Commissario del PDS della città di Siena, a seguito delle dimissioni del segretario Fiorenza Anatrini.
Nel 1993 gestisce le primarie tra Piccini e Barzanti, terminate le quali, a primavera del 1993, viene nominato Vice Presidente di Banca Toscana e inizia la sua lunga carriera di nomine in consigli di amministrazione.
Alcune delle nomine ricevute:
1. dal 1990 al 1996: Consigliere di amministrazione della Centro finanziaria Spa;
2. dal 1992 al 2002: Consigliere di Banca Toscana;
3. dal 1993 al 2002: Vice-Presidente di Banca Toscana;
4.  dal 1996 al 1998: Membro dell’Istituto Centrale di Banche e Banchieri S.p.a;
5.  dal 1995 al 1998: Vice-Presidente di Monte dei Paschi Belgio;
6.  dal 1998 al 2002: Presidente di Monte dei Paschi Belgio;
7.  dal 2001 al 2006: Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Aereoporto di Firenze
8.  dal 2002 al 2004: Presidente del COMITATO DI CONTROLLO INTERNO
9.  dal 2002 al 2011: Presidente di Mps Leasing e Factoring.

“TU CHE SEI DIVERSO…”

Appassionante storia di amori e improvvisi distacchi tra forze politiche legate alla figura di De Mossi. Appena scoprono che il candidato è “diverso”, i partner, comprensibilmente, fuggono. A sostegno dell’avvocato c’è un listone con le porte girevoli, tant’è rapida l’entrata, ma anche l’uscita. All’ingresso  ai primi di settembre c’era una folla: in poll-position gli “uomini della ex birreria”: Andrea Bellandi, Daniele Tacconi, Antonio Degortes con Mauro Rosati apparentemente defilato, in quanto ufficialmente renziano; Mauro Marzucchi di Siena Aperta, che vuole mandare i suoi vecchi alleati del Pd all’opposizione contando su Leonardo Tafani, attuale assessore di una giunta Pd; Nero su Bianco, con il grande sponsor di De Mossi dal nome Alfredo Monaci e i suoi luogotenenti Alessandro Piccini (che non disdegna un accordo con Dallai) e Luciano Cortonesi; Marco Falorni esperto in buche e marciapiedi, che ha intenzione con De Mossi di cambiare la formazione didattica degli asili nido, confortato da Massimo Bianchini e Andrea Corsi; la Martinella con Lorenzo Sampieri che appoggia a livello regionale Enrico Rossi; Eugenio Neri, convertitosi al comunismo attraverso l’adesione al Movimento Popolare; Claudio Marignani, le cui fortune sono da dividersi fra Denis Verdini e l’attuale consigliere di Sovicille Vittorio Mazzoni Della Stella; Enrico Tucci, supportato dai blog di Carlo Regina e dal suo consigliere Luca Samà e dal blog Raffaele Ascheri; Siena Cambia nella persona di Pasqualino Cappelli, Lorenzo Di Renzone. Subito dopo sono cominciate le uscite, le ri-entrate, i ripensamenti.

N.b.: la stragrande maggioranza di queste persone sono clienti dell’avvocato De Mossi.

 

SITUAZIONE AL 16 OTTOBRE

CHI ENTRA

Alfredo Monaci, Claudio Marignani, la Birreria

CHI ESCE

La Martinella

IN DUBBIO

Eugenio Neri, Nero su Bianco, Siena Cambia, Mauro Marzucchi

DIETRO LE QUINTE

Il “diverso” già nominato nella Sansedoni, aspetta il risultato elettorale della Sicilia per far schiantare il listone nella sua complessità e allearsi con i partiti di Centrodestra, che a Siena sono rappresentati da: Anita Francesconi, Lorenzo Rosso, mentre la Lega non è pervenuta. E così il “diverso” diventerà più uguale degli altri.